Il mondo è pieno di gente che cerca sempre di dirti chi sei però sei tu a decidere!
L’eredità della zia di Willowdean si srotola lungo questo film necessario, che ha il merito di mostrarci che abbiamo un problema di rappresentazione dell’infinita molteplicità dei corpi.
Le adolescenti di Voglio una vita a forma di me combattono la grassofobia, lo stigma delle persone grasse e, come ogni battaglia, la combattono insieme, scoprendosi con fatica, gioia ed autenticità.
Infilano un sassolino nell’industria dell’insoddisfazione che produce bellezza standard, etero normata, abilista e bianca. Non manca loro il desiderio ed il coraggio di andare oltre le proprie paure per riappropriarsi della gioia che il narcisismo insensibile rischia di sottrarre loro.
Voglio una vita a forma di me fa bene, commuove e insegna, tra le altre cose, che ognuna ed ognuno di noi non deve bellezza a nessuno, neanche a sé.
Che ogni corpo è valido e va rispettato.
Ed è solo diventando donne ed uomini con la gioiosa unione di tutti i corpi e di tutti i desideri che si possono cambiare le condizioni di tutti e tutte.